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    NERI STELLA

    Un Socio indimenticabile: Neri Stella


    (Neri Stella, quì ritratto al Savoia, mentre premia insieme all’ex Presidente Pippo Dalla Vecchia un giovane atleta)

    Neri Stella è stato Consigliere alla Vela del Circolo Savoia dal 1966 fino alla data della Sue morte avvenuta nel 1976.
    Cominciò la Sua carriera sportiva nella lotta greco-romana in cui conquista il titolo italiano.
    Poi approda alla Vela alla quale si appassiona fino al punto di dedicare ad essa le migliori energie dei successivi trent’anni, sempre da protagonista, sia nelle competizioni, (come dimostrano gli innumerevoli trofei che danno lustro al Circolo Savoia), sia come Maestro di Vita. A memoria del suo operato, gli viene assegnata l’ambita onorificenza della Stella del CONI al merito sportivo.
    Partecipò negli dal 1952 al 1960 alle Olimpiadi di Helsinki, ai Campionati d’Europa e del Mondo vincendo anche le Coppe Vasco de Gama e H. Hallard, in Francia, ad Arcachon, nonché il prestigioso Trofeo Nastro Azzurro.
    Negli ultimi 10 anni di attività sportiva e di vita si dedica alla Classe Tempest dove riscuote innumerevoli successi.
    Ma più di tutto, più della gloria e del successo in assoluto, è attratto ed illuminato dalla missione di occuparsi dei giovani allievi del Circolo Savoia per permettere loro di conoscere i valori più importanti, anche oltre l’ambito sportivo.
    Diventa così il Consigliere alla Vela per antonomasia del Circolo, conosciuto e rispettato per la passione, l’entusiasmo e la capacità di comunicare. E diventa anche un punto di riferimento insostituibile per decine e decine di allievi, ragazzi e non, che vedono in lui un maestro di vita e di sport.
    Prezioso è il ricordo che ci lascia con una lettera ai Suoi allievi, che rappresenta il testamento spirituale di un uomo di grandi passioni e di grande carisma.
    Eccone il testo:

    “Cari ragazzi,

    fino ad oggi queste cose ve le dicevo a voce durante le lezioni di vela. Ma succedeva, che qualche assenza, faceva perdere il filo per cui restava in voi qualche lacuna.
    Ragion per cui voglio buttare giù alcuni concetti, che desidero voi assimiliate e ricordiate il più a lungo possibile.
    Anzitutto sia in voi la certezza assoluta di trovare in questo Circolo una seconda famiglia, alla quale voi state molto a cuore. Ma è necessario che vi ci affezionate, che combattiate per i suoi colori, che vi mostriate orgogliosi di farne parte oggi come allievi, domani come soci.
    Per fare tutto ciò è necessario quindi, prima che parlare di vela, contribuire ad insegnarvi ad essere dei piccoli uomini.
    Sono quasi cento anni, che questo Circolo vive proponendosi una forma di fratellanza tra i membri ed ovviamente vittorie nelle discipline sportive.
    A voi quindi il compito in un immediato futuro di fare alzare il pavese quanto più volte possibile.
    Ed ora veniamo a come io voglio che siate.
    Anzitutto molto leali !
    La vela è uno sport particolare, per cui molte volte quando si commette un’infrazione alle regole fa parte del gioco autopunirsi e prima ancora che l’avversario protesti, riconoscere il proprio torto ed avere la fermezza d’animo di ritirarsi.
    Questa della lealtà è una cosa alla quale tengo molto, perché se non apprendete ad assimilarla oggi, domani continuerete ad essere dei pavidi che si nascondono dietro gli spigoli dei muri.
    Io voglio che voi camminiate a spalle erette, voglio che siate coscienti di voi stessi, della vostra personalità, che siate orgogliosi di essere uomini. Per far ciò è necessario che stimiate voi stessi. Vi stimerete se avrete dunque lealtà e coraggio.
    Ciò si eleverà al di sopra della massa. Voglio che il vostro sguardo sia fermo, che la stretta della vostra mano sia virile.
    Bisogna che siate pazienti, la vela oltre coraggio è pazienza. Pazienza quando il vento langue. Pazienza per imparare perché è uno sport difficile da assimilare: ci vuole del tempo.
    Ed umili: solo se lo sarete scoprirete in voi stessi e non fuori di voi le vostre lacune. Voglio che apprendiate ad amare questo sport, a vibrare per esso. E solo se lo sentirete dentro di voi, ciò accadrà.
    Attraverso esso voi imparerete ad amare la vita, la natura, l’umanità, domani una donna. Ma quest’ultima mai, domani, che rappresenti un’ostacolo.
    Dovrete lottare, e vincere e se impossibile, perdere con dignità.
    Voi dovrete saper stringere i denti, e sognare e piangere!
    Penso che ognuno di voi comprenderà ciò che io vado dicendo.
    Voglio dire che se saprete sognare, il realizzare quel sogno vi farà apprezzare inifinitamente l’averlo raggiunto.
    Voglio dire che se saprete piangere dimostrerete di avere un’anima, di sentire le cose. E attraverso ciò voi diverrete uomini.
    Soltanto a questo prezzo vi eleverete al di sopra delle moltitudini inaridite. Consi¬derate come se una segreta promessa degli Dei vi accompagnasse lungo il vostro cammino.
    Abbiate entusiasmo !
    Questo sarà il periodo più bello della vostra vita che non dimenticherete mai.
    Nessuna presunzione. La detesto. Siate semplici, siate sopratutto voi stessi.
    Educati indubbiamente, ma voi stessi. Dimenticate chi siete, siete dei ragazzi che fanno dello sport e perciò fratelli.
    Non ammetto contestazioni !
    I « messaggi »… diteli a me, vi capirò, ma per carità non vi impegolate in ideali politici. Il vostro ideale deve essere il sole, il mare, l’umanità, lo sport, la vela, ed in seguito qualche altro, ma questo poi me lo racconterete a voce, va bene ?
    Voi non siete dei vasi da riempire, non vi annoierò, ma delle fiaccole da accendere, diceva Platone. Ed a ciò che io aspiro.
    Ancora una cosa.
    Desidero che voi idealizzate quanto più è possibile ciò che vi circonda.
    Esiste un proverbio friulano che dice «non vale la pena vivere se non c’è qualche cosa che valga più della vita ».
    Se voi quindi cercherete di idealizzare ciò che vi circonda certamente resterete delusi da qualcosa o qualcuno ! Ma avrete, durante il periodo che tale fiaccola vi avrà dato luce, vissuto più intensamente, più da uomini. Non avrete insomma soltanto vegetato.
    Nemmeno quando sarete vecchi dovrete permettervi ciò. Equivale ad una lenta morte.

    Io voglio che impariate ad amare il guidone del Circolo. Esso deve rappresentare qualco¬sa per voi. E se esalterete in voi tale concetto domani, o tra poco, imparerete ad amare la vostra Bandiera.
    Questo: la Patria, è uno degli ideali che dovrete rispettare; lasciate andare certa lette¬ratura, certe idee, certa propaganda, certo materialismo.
    Voi dovete credere a certi valori, e mi auguro che possiate essere i precursori di una certa forma di pensiero che presto o tardi dovrà tornare a guidare i giorni.
    Ed ora vi lascio. Non posso scrivere un libro per voi. Se fossi sicuro che lo leggereste lo farei anche, ma poi diverrei pedante e non mi piace esserlo.
    Non dimenticate quanto vi ho detto. E venite alle lezioni. Con affetto, a tutti”.

    IL DIRETTORE DELLA SCUOLA VELA
    Neri Stella