Il quattro senza senior, composto dal nostro Matteo Castaldo, da Matteo Lodo, Domenico Montrone e Giuseppe Vicino, vince il bronzo olimpico a Rio de Janeiro. Strepitosa gara per gli azzurri autori di una bellissima rimonta dopo essere stati quarti per tutta la gara.
La barca italiana, campione del mondo 2015, ha centrato il podio dopo una grande rimonta sul Sudafrica completata negli ultimi 250 metri, un marchio di fabbrica che il capovoga Giuseppe Vicino, Matteo Lodo, Matteo Castaldo e l’ultimo arrivato Domenico Montrone hanno straordinariamente fatto valere in un serrate al cardiopalmo. Dunque, sono state azzeccate le scelte di La Mura e della direzione tecnica, i nuovi equipaggi formati al raduno preolimpico nel settore di punta hanno prodotto due podi di grande significato. La gara è stata vinta dalla Gran Bretagna, al quinto oro olimpico consecutivo nella specialità, a dimostrazione che questa barca per loro è una religione, anche più dell’otto, mentre seconda è stata una grande Australia, confermatasi d’argento per la terza Olimpiade consecutiva. Il valore degli avversari, dunque, rende ancor più merito al bronzo dell’Italia, maturato a suon di 40 colpi al minuto negli ultimi 300 metri, quando Vicino (che ha avuto problemi intestinali fino a ieri) ha chiamato l’attacco decisivo ai sudafricani: gli azzurri sono stati i più veloci negli ultimi 500 metri (1’26”33), rifilando più di tre secondi ai diretti rivali per il terzo posto.
Una barca, come amano definirsi i ragazzi, orgogliosamente del Sud, con i napoletani Vicino e Castaldo, il pontino Lodo e il pugliese di Modugno Montrone, che ha fatto dell’unione («Siamo come un pugno chiuso») un punto di forza: «Non siamo mai andati in crisi – dirà Vicino – neppure quando i sudafricani ci stavano davanti, perché sapevamo di poter contare sul nostro finale». Castaldo, con i suoi 30 anni il «vecchio» del gruppo, ha una dedica speciale: «Per mia moglie Francesca, che sta per partorire nostra figlia Laura, spero di arrivare in Italia in tempo prima che nasca!». Lodo, il più giovane del gruppo (21 anni) non ha dubbi: «Meglio una medaglia olimpica di un trionfo mondiale». Al settimo cielo Montrone, salito in barca solo un mese fa: «Sapevo che eravamo competitivi, io ero il più voglioso di cominciare questa avventura, perché volevo dimostrare di essere degno di questo equipaggio».